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Psicologia della musica - Musicoterapia e neuroscienze

       

                

Aniruddh D. Patel (2014), La musica, il linguaggio e il cervello, Giovanni Fioriti Editore, Roma

"La mia speranza è che questo libro possa contribuire a fornire un quadro di riferimento per coloro che sono interessati a esplorare le relazioni musica-linguaggio da un punto di vista cognitivo. Sia che la loro prospettiva teorica favorisca la ricerca delle differenze sia che favorisca quella dei punti in comune, una cosa è certa: l'approccio comparativo sta aprendo indirizzi di ricerca completamente nuovi e il viaggio è appena cominciato."

Centro di Musicoterapia Benenzon Italia (2006), Musica tra neuroscienze, arte e terapia, Voglino, Torino

Obiettivo principale è indagare sulla relazione tra musica, musicoterapia e neuroscienze e in particolare sui meccanismi del pensiero umano. Il testo, realizzato dal Centro Musicoterapia Benenzon Italia, ripropone il dialogo appassionato e costruttivo che si venne a creare durante il 2° Convegno Internazionale “Musica tra Neuroscienze, Arte e Terapia”, nella città di Alba (CN), maggio 2006.

In quell’occasione figure professionali del settore sanitario, pedagogico e musicale, discussero sull’applicazione della musica nelle neuroscienze per scopi terapeutici, come nuova forma non invasiva per lo studio della biologia e la fisiologia del cervello.

Chiappetta Cajola L., Rizzo A.L. (2016), Didattica inclusiva e musicoterapia - Proposte operative in ottica ICF-CY ed EBE, Franco Angeli, Milano

L'intervento di musicoterapia a scuola trova le sue motivazioni nella scelta italiana della full inclusion che implica, com'è noto, l'impegno a progettare e realizzare le opzioni didattico-organizzative più efficaci per il pieno sviluppo delle potenzialità di ciascun allievo. Se inserita tra le proposte inclusive della scuola, infatti, la musicoterapia è una risorsa per l'intera comunità in quanto offre un contributo significativo sia per la rimozione degli ostacoli all'apprendimento e alla partecipazione degli allievi e delle allieve - e per il potenziamento dei facilitatori -, sia per la riduzione e l'eliminazione di ogni forma di esclusione.

Attraverso la presentazione dei modelli musicoterapici più accreditati e più adatti alla scuola e in relazione alle attuali ricerche sull'applicazione del modello antropologico ICF-CY in ambito scolastico, il volume offre una prospettiva di impiego della musicoterapia in un quadro sia teorico che metodologico dal quale si evince il valore della collaborazione tra scuola e territorio. A tal fine, si presentano strategie operative e spunti di intervento, propri della musicoterapia per l'inclusione, per promuovere il benessere di ciascun allievo all'interno di un sistema di relazioni positive, proattive e di elevata qualità, rese tali dall'intervento qualificato del musicoterapista e degli insegnanti. Il volume presenta, inoltre, una serie di core set su base ICF-CY, ritenuti utili per la progettazione didattica e per l'osservazione dei processi inclusivi nel corso delle attività musicoterapiche, intese quali Evidence Best Practice. Allo stesso tempo, offre un contributo di ricerca e di riflessione sulle modalità di acquisizione di conoscenze affidabili e condivisibili sull'efficacia della musicoterapia per l'inclusione, secondo l'orientamento dell'Evidence Based Education.

Chiappetta Cajola L., Esperson Pecoraro P., Rizzo A.L. (2015), Musicoterapia per l'integrazione - Strategie didattiche e strumenti valutativi, Franco Angeli, Milano

Il volume propone l'impiego congiunto della Musicoterapia integrativa (MTI) e della Musicoterapia Funzionale (FMT) quale strategia didattica efficace e innovativa per l'integrazione degli allievi con "bisogni educativi speciali".

In tale contesto, in cui la musica incontra la terapia in un reciproco riconoscimento della portata educativa di entrambe, la valutazione rappresenta la risorsa strategica per progettare, regolare e verificare il processo formativo degli allievi disabili e/o svantaggiati, nella dimensione inclusiva dell'ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health) e dell'ICF-CY (Children and Youth).

Delalande F. (2004), La musica è un gioco da bambini, Franco Angeli, Milano

L'ipotesi centrale di questo libro è molto chiara: il bambino, sin dai primi mesi di vita, gioca con i suoni e questa attività va sottratta alla sfera del "rumore" per essere invece pienamente valorizzata come musica. Questo assunto prefigura un profondo cambiamento della concezione dell'educazione musicale e del ruolo dell'educatore.

Infatti quest'ultimo non deve iniziare il bambino a un sistema musicale dato, bensì affiancarlo nella scoperta dei suoni e delle loro possibilità espressive, risvegliando e attivando motivazioni, attitudini e condotte musicali. Un testo che pone la pedagogia della musica al centro di una riflessione che guarda alla psicologia, all'antropologia della musica e alle esperienze della musica contemporanea.

Un libro particolarmente utile agli educatori musicali ma certamente anche a chi cerca nuovi modelli di interpretazione dei comportamenti musicali adulti, che possono essere meglio compresi attraverso l'analisi del gioco sonoro dei bambini. L'autore, che assume un orizzonte teorico e culturale ampio, propone tuttavia anche molti suggerimenti pratici per il lavoro educativo, dall'asilo nido in poi.

Delalande F. (1993), Le condotte musicali, Clueb, Bologna

Nei saggi qui raccolti, all’incrocio tra diverse discipline, quali la psicologia, la pedagogia, l’antropologia e la semiotica, il lettore potrà trovare, unificati dalla concezione della musica come gioco, uno studio dei gesti al pianoforte di un “virtuoso” come Glenn Gould e un’analisi sulle modalità di ascolto di un preludio di Debussy, un’indagine sulle strategie dei compositori di musica elettroacustica e una serie di osservazioni sulle prime esperienze musicali infantili.

Il volume si rivolge a un pubblico composito, interessato all’analisi musicale, al dibattito sugli “universali della musica”, allo studio delle relazioni fra oggetti sonori, produttori e fruitori, al rapporto musica/educazione e alla riflessione piu’ generale su ogni tipo di esperienza musicale.

Mado Proverbio A. (2019), Neuroscienze cognitive della musica - Il cervello musicale tra arte e scienza, Zanichelli Bologna
La predisposizione alla musica è codificata geneticamente? Quanto conta la pratica per lo sviluppo delle abilità musicali? È possibile imparare a suonare o cantare in età avanzata? Qual è il segreto per non «steccare»? Perché si avverte l’impulso di muoversi a ritmo ascoltando un brano musicale? Perché una melodia in tonalità minore sembra triste? La percezione della dissonanza è culturale o innata? Quando un musicista improvvisa, cosa accade nel suo cervello? Neuroscienze cognitive della musica esamina i diversi processi che si attivano, da un lato, durante l’esecuzione e la composizione musicale e, dall’altro, durante l’ascolto, mettendo in luce i principi del godimento estetico della musica. Tra i temi approfonditi: gli effetti della musica su mente e cervello, le basi neurali dell’immaginazione musicale, il ruolo dei processi automatici e controllati nell’apprendimento della musica, l’importanza della memoria procedurale per la prestazione musicale, la lettura «a prima vista» dello spartito, gli effetti terapeutici del canto e della pratica musicale nella riabilitazione motoria e per il trattamento delle malattie neurodegenerative. È un testo per studiosi di neuroscienze, educatori e musicoterapeuti, musicisti e studiosi di musica. L’autrice segue lo sviluppo della mente musicale nell’arco della vita dell’essere umano, dal grembo materno fino all’età senile. Attraverso studi sperimentali provenienti dai laboratori di tutto il mondo vengono sfatati miti e spiegati fenomeni: espressioni quali «avere orecchio», «buttare l’occhio», «la memoria della mano» trovano qui un’adeguata spiegazione scientifica.
Leggi la recensione del libro realizzata da Alessandra Seggi clicca qui

Postacchini P.L.(2015), Musicalità e musicoterapia, Carocci, Roma

La musicoterapia, professione complessa che nasce dall’incontro di varie discipline, ha urgente bisogno di definirsi nella sua propria specificità musicale.

Il testo – frutto della collaborazione fra esperti provenienti da diverse aree disciplinari – offre studi, indagini e proposte mirati a chiarire tanto il territorio delle competenze musicali dirette alla formazione di questa professione, quanto alcune operatività specifiche, per rendere il lavoro terapeutico con i suoni e la musica più analitico, più responsabile e quindi meglio controllabile dal punto di vista sia della relazione umana sia del lavoro logico-scientifico che viene richiesto in questa complessa e articolata area professionale.

Considerata la vastità della professione musicoterapeutica in rapporto alle varie patologie, il testo si sofferma in particolare a definire le pertinenze e le priorità della formazione musicale in musicoterapia.

Postacchini P.L., Ricciotti A., Borghesi M. (2014), Musicoterapia, Carocci, Roma

Le applicazioni cliniche e terapeutiche della musica in ambito di handicap neuropsichico si sono ormai affermate anche in Italia, postulando sia l’uso di tale “arte” come parametro relazionale non verbale sia l’individuazione di quei “fondamenti comuni” tra forme musicali e vita mentale.

Giunto alla seconda edizione, questo manuale mantiene la struttura complessiva della stesura originale, adottando necessari aggiornamenti, dovuti alle nuove conoscenze e acquisizioni, quali il musicale in musicoterapia, la trascrizione e l’intersoggettività. Il testo è dedicato ai professionisti della musica, a educatori, riabilitatori e terapeuti, che credono nel valore del sistema di significazione musicale, improvvisato e ascoltato, nel loro quotidiano lavoro accanto a persone con vari gradi e tipologie di handicap e che operano in strutture di rieducazione, riabilitazione, centri di accoglienza.

Tali professionisti potranno constatare quotidianamente il supporto di facilitazione, elicitazione e contenimento emozionale che tale modalità espressiva contiene.

Rizzo A.L., Lietti M. (2013), Musica e DSA, Rugginenti, Milano

Tenendo conto della ricerca scientifica e della situazione culturale che si è delineata a partire dall’emanazione della legge 170 del 2010, il volume affronta in modo sistematico il rapporto tra educazione musicale e disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) presentando le esperienze didattiche finora realizzate nel nostro paese. A tal fine il volume è suddiviso in due parti.

La prima presenta l’elaborazione teorica, aggiornata alla luce delle più recenti teorie sull’argomento; la seconda offre una serie di proposte didattiche per la prevenzione e il trattamento dei Dsa per tutti gli ordini di scuola, dall’infanzia al conservatorio.

Nella didattica inclusiva, infatti, la Musica può essere un eccezionale ambito formativo, grazie alla sua capacità di unire strettamente gli aspetti cognitivi, operativi, emozionali e affettivi, la dimensione del piacere con quella dell’impegno, la conoscenza di sé e la costruzione di competenze sociali, la partecipazione e l’apprendimento.

Sacks O.,(2010), Musicofilia, Adelphi, Milano

Un giorno, a New York, Oliver Sacks partecipa all'incontro organizzato da un batterista con una trentina di persone affette dalla sindrome di Tourette: "Tutti, in quella stanza, sembravano in balia dei loro tic: tic ciascuno con il suo tempo. Vedevo i tic erompere e diffondersi per contagio". Poi il batterista inizia a suonare, e tutti in cerchio lo seguono con i loro tamburi: come per incanto i tic scompaiono, e il gruppo si fonde in una perfetta sincronia ritmica.

Questo stupefacente esempio, spiega Sacks, è solo una particolare variante del prodigio di "neurogamia", che si verifica ogniqualvolta il nostro sistema nervoso "si sposa" a quello di chi ci sta accanto attraverso il medium della musica. Presentando questo e molti altri casi con la consueta capacità di immedesimazione, Sacks esplora la "straordinaria forza neurale" della musica e i suoi nessi con le funzioni e disfunzioni del cervello.

Schön D., Akiva-Kabiri L., Vecchi T.(2018), Psicologia della musica, Carocci, Roma

Che cosa succede nella mente quando ascoltiamo la nostra canzone preferita? Il cervello come elabora l’informazione musicale? Suonare uno strumento favorisce lo sviluppo del bambino? Che cos'è la musicoterapia? E a che cosa è dovuto il suo successo?

Il volume, in edizione rivista e aggiornata, risponde a queste e altre domande, presentando le diverse teorie sulla psicologia della musica e gli sviluppi più recenti nell'ambito delle neuroscienze cognitive.