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Metodologie dell'educazione musicale

       

            

De Cicco D.(2016), Il metodo Ward per l’educazione musicale. Genesi, lineamenti ed esperienze, Libreria Musicale Italiana, Lucca

Il metodo didattico di Justine Bayard Cutting Ward (1879-1975) è una modellizzazione ragguardevole nella quale convergono e si compongono varie dimensioni: quella spirituale, culturale e pedagogica. Esso approdò in Italia in un periodo complesso della storia sociale, politica ed ecclesiale del paese grazie a varie sinergie umane, spirituali e artistiche che l’autrice seppe intessere e coltivare nel tempo: quella con l’artista e mecenate Egisto Fabbri, con le Suore Mantellate di Pistoia, l’ONAIR, i Gruppi d’Azione e varie autorità civili e/o politiche.

Il presente lavoro fornisce pertanto una ricognizione sintetica del profilo biografico della protagonista considerandolo da un triplice punto di vista: umano, spirituale e didattico. Vengono poi analizzati gli aspetti caratterizzanti la sua modellizzazione contestualizzandoli all’interno del divenire otto-novecentesco delle realtà ecclesiali, sociali e musicali (statunitensi ed europee). In particolare sono individuati ed esaminati i contesti applicativi italiani onde apprezzarne gli aspetti sociali e culturali dando così ‘voce’ a coloro ne furono i principali protagonisti: gli insegnanti.

Bianchi G.(2010), Il metodo Bianchi. Apprendere con la musica dai tre ai sette anni (a cura di M. Gavazzoni), Franco Angeli, Milano

Testamento metodologico di Giordano Bianchi, questo libro propone un sistema per avvicinare piacevolmente i bambini all'esperienza scolastica, avviandoli ai saperi attraverso una stimolante esperienza ludico-musicale di carattere interdisciplinare, incentrata su stimolazioni sensoriali e percettive capaci di guidare all'espressione cognitiva e alla razionalità. L'opera consentirà agli educatori della Scuola dell'Infanzia di realizzare un avvincente e vincente raccordo con la Scuola Primaria, costruendo per i bambini un facile ponte verso la letto-scrittura, il calcolo logico-matematico, la psicomotricità fine e l'autoregolazione.

Altrettanto efficacemente permetterà agli insegnanti della Primaria di accompagnare gli allievi nel percorso formativo utilizzando pratiche attive che favoriscano il superamento di eventuali difficoltà in ambiti linguistici, logici, motori, espressivi e relazionali. In questo contesto, anche le figure specialistiche - logopedisti, psicomotricisti potranno arricchire le loro tecniche con attività articolate, atte ad innalzare la soglia d'attenzione e quindi a facilitare il bambino nei processi di apprendimento, mentre gli insegnanti di materie musicali, mediante l'uso consapevole del ritmo, potranno favorire l'apprendimento dei prerequisiti e dei requisiti utili all'apprendimento delle tecniche strumentali e della teoria musicale intesa non solo come solfeggio ma anche come armonia.

Goitre R., Cantar leggendo, Per l'avviamento alla lettura della musica a più voci con l'uso del "do mobile" (secondo i principi di Kodály e di Guido D'Arezzo), Suvini Zerboni, Milano

Adatto per le scuole elementari, medie, magistrali,società corali e per il solfeggio cantato nei conservatori. Nella nuova edizione si è inteso rendere più chiara e funzionale la presentazione dei vari argomenti senza peraltro influire minimamente sull'impostazione di fondo. Anche se i programmi di didattica in questi ultimi venticinque anni avrebbero potuto suggerire di affrontare alcuni temi in modo forse diverso, si è voluto, invece, rispettare il libro di Roberto Goitre considerando che il "Cantar Lggendo" rappresenta l'anno zero per la didattica musicale italiana e merita, perciò, sì un aggiornamento, ma anche un rispetto dell'integriotà del testo del 1972. Le schede con i canti presenti nei due fascicoli dell'edizione precedente sono, in parte, confluite nel corpo del metodo.

Al metodo è allegata una guida per l'insegnante.

Gordon E.E. (2003), L' apprendimento musicale del bambino dalla nascita all'età prescolare, Curci, Milano

Esiste un periodo particolarmente importante, nella vita dell’essere umano, per l’apprendimento musicale? Secondo Gordon sì, ed è individuabile in quella fase della crescita che va dalla nascita all’età prescolare, momento determinante per sviluppare le potenzialità musicali innate in ogni individuo. È quindi fondamentale che il bambino entri in contatto con la musica fin dai primi giorni di vita per apprezzarla ed acquisirne il senso della sintassi, premessa indispensabile anche per trarre i massimi benefici da una successiva istruzione formale.

Forte di questa convinzione, il prof. Gordon, in oltre 40 anni di ricerche svolte in diverse università americane, ha elaborato la Music Learning Theory, basata sull’assunto che la musica può essere appresa secondo gli stessi meccanismi di apprendimento della lingua materna. Le sue ricerche infatti dimostrano che l’ambiente musicale circostante incide profondamente, nei primi anni di vita, sulle capacità di capire ed apprendere la musica. Ed è proprio la qualità di questo ambiente ad influenzare lo sviluppo dell’attitudine musicale del bambino in questo periodo.

Gordon E.E. (2017), Attività sequenziali di apprendimento musicale. Manuale teorico e pratico, Curci, Milano

Le attività sequenziali di apprendimento costituiscono il fulcro di una buona prassi per l’educazione musicale, strumentale o corale da utilizzare durante le lezioni con bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado.
Fondate scientificamente, queste attività sono ordinate in modo sequenziale: insegnano le competenze musicali, tenendo conto delle differenze individuali di ciascun allievo e non occupano più di 10 minuti all’inizio di ogni lezione. Ideate da Edwin E. Gordon secondo i principi della Music Learning Theory, hanno l’obiettivo di ampliare il vocabolario di pattern ritmici e tonali degli allievi a partire dai 6 anni di età. Lavorando sui pattern, che sono la struttura di tutta la musica, gli allievi imparano a utilizzare l’audiation e a comprendere la musica: ad esempio individuando se una canzone è in metro binario o ternario, maggiore o minore, una progressione degli accordi, improvvisando un’armonia….

La pubblicazione si compone di tre parti: un manuale teorico-pratico e due registri (tonale e ritmico) con le schede relative al manuale da utilizzare a lezione. Per insegnanti di musica e docenti di strumento o coro che vogliono intraprendere un percorso di educazione musicale strutturato e progressivo in età scolare.

Gordon E.E. (2017), Attività sequenziali di apprendimento musicale. Registro ritmico, Curci, Milano

Le attività sequenziali di apprendimento costituiscono il fulcro di una buona prassi per l’educazione musicale, strumentale o corale da utilizzare durante le lezioni con bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado.

Ideate da Edwin E. Gordon secondo i principi della Music Learning Theory, hanno l’obiettivo di ampliare il vocabolario di pattern ritmici e tonali degli allievi a partire dai 6 anni di età.

La pubblicazione si compone di tre parti: un manuale teorico-pratico e due registri tonale e ritmico con le schede relative al manuale da utilizzare a lezione.

Per insegnanti di musica e docenti di strumento o coro che vogliono intraprendere un percorso di educazione musicale strutturato e progressivo in età scolare.

Gordon E.E. (2017), Attività sequenziali di apprendimento musicale. Registro tonale, Curci, Milano

Le attività sequenziali di apprendimento costituiscono il fulcro di una buona prassi per l’educazione musicale, strumentale o corale da utilizzare durante le lezioni con bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado.

Ideate da Edwin E. Gordon secondo i principi della Music Learning Theory, hanno l’obiettivo di ampliare il vocabolario di pattern ritmici e tonali degli allievi a partire dai 6 anni di età.

La pubblicazione si compone di tre parti: un manuale teorico-pratico e due registri tonale e ritmico con le schede relative al manuale da utilizzare a lezione.

Per insegnanti di musica e docenti di strumento o coro che vogliono intraprendere un percorso di educazione musicale strutturato e progressivo in età scolare.

Jaques-Dalcroze E (2008), Il ritmo, la musica e l'educazione, Edt, Milano

Compositore, direttore d'orchestra e didatta ammirato da alcune delle personalità più importanti dell'ambiente artistico e intellettuale della prima metà del Novecento - Appia, Stanislavskij, Max Reinhardt, Diaghilev, Nijinsky ira gli altri - Emile Jaques-Dalcroze (Vienna 1865 - Ginevra 195O) ha lasciato una traccia indelebile nella pedagogia moderna. Contro l'arido grammaticalismo e nozionismo della didattica ottocentesca, ha per primo rivendicato la centralità del corpo come fucina, laboratorio in cui la musica prende forma e senso, a cominciare dal ritmo.

Nella ritmica, o euritmica (questo il nome che Dalcroze diede al suo sistema), il corpo è coinvolto per intero, nel ventaglio delle sue funzioni: respirazione, controllo della tensione muscolare, equilibrio, pratica di movimenti diversi compiuti con le diverse membra; acquisizioni che si rivelano preziose anche per l'insegnamento degli strumenti. L'interesse per queste idee non si limitò al mondo musicale, e Jaques-Dalcroze, oltre ad aver esercitato un influsso determinante sul teatro, è considerato uno dei principali innovatori della danza del XX secolo. Questo libro, pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1919, raccoglie alcuni degli scritti fondamentali di Jaques-Dalcroze, e rappresenta la migliore via d'accesso a un pensiero e a un metodo che mantengono intatta la loro attualità.

Kodály Z., Metodo corale, Carisch, Milano

Orff Schulwerk - Manuale Musica Per Bambini (a cura di Giovanni Piazza) Edizioni Suvini Zerboni, Milano

Non si tratta di una traduzione del corrispondente metodo tedesco bensì di una elaborazione italiana dello stesso. Esso rappresenta un fatto del tutto nuovo rispetto alle altre edizioni dello Schulwerk ed intende sopperire alla lacuna dell'edizione originale. La carenza di indicazioni metodologiche. Non è pensato e predisposto per un determinato ordine di scuola.

Purchè si rispetti sempre il principio della partecipazione attiva dell'allievo, le sue tecniche sono inseribili in qualsiasi fascia scolare che richieda una istruzione musicale non specializzata, previo adattamento per quanto riguarda la complessità dei materiali e i procedimenti della loro elaborazione. Naturalmente vanno considerate le diverse strutture che ogni diverso settore dell'istituzione offre

Orff Schulwerk Manuale - Esercitazioni pratiche (a cura di Giovanni Piazza) Edizioni Suvini Zerboni, Milano

Non si tratta di una traduzione del corrispondente metodo tedesco bensì di una elaborazione italiana dello stesso. Esso rappresenta un fatto del tutto nuovo rispetto alle altre edizioni dello Schulwerk ed intende sopperire alla lacuna dell'edizione originale. La carenza di indicazioni metodologiche. Non è pensato e predisposto per un determinato ordine di scuola.

Purchè si rispetti sempre il principio della partecipazione attiva dell'allievo, le sue tecniche sono inseribili in qualsiasi fascia scolare che richieda una istruzione musicale non specializzata, previo adattamento per quanto riguarda la complessità dei materiali e i procedimenti della loro elaborazione. Naturalmente vanno considerate le diverse strutture che ogni diverso settore dell'istituzione offre

Orff Schulwerk in Italia - (a cura di Giovanni Piazza) Edt, Milano

Il testo rende conto delle numerose esperienze italiane dell'Orff-Schulwerk: la formazione di performer e insegnanti che siano contemporaneamente musicisti e danzatori. Noto anche come "Metodo Orff", l'Orff-Schulwerk (l'opera didattica di Carl Orff, il compositore tedesco universalmente noto come autore dei Carmina Burana) è il risultato della grande esplorazione di pedagogia musicale avviata da Orff nel 1924. A quell'anno risale infatti l'apertura a Monaco di Baviera della Güntherschule: una scuola per la formazione di insegnanti e interpreti in grado di coniugare musica e danza.

L'impostazione di Orff si propose di innovare la diffusa e seguita metodologia didattiva di Émile Jaques-Dalcroze, basata sul principio che sia possibile imparare a conoscere la musica interpretandola con il corpo. La direzione comune era la creazione di una figura di artista/didatta capace di integrare musica e corporeità in un tutto unico e prodotto in autonomia.

Curato da Giovanni Piazza, il volume fa il punto delle numerose esperienze attuate in Italia della Orff-Schulwerk, dimostrandone non solo l'attualità ma anche la ricchezza di suggerimenti didattici che ne può derivare nei contesti dell'insegnamento musicale a tutti i livelli.

Suzuki S., Crescere con la Musica, Volonté, Milano

Si tratta della raccolta degli scritti di Shinichi Suzuki, attraverso i quali egli parla della musica, delle sue convinzioni, del suo metodo nato, come dice Antonio Mosca nella prefazione, «dallo studio, dalla pratica e dall’amore dei grandi musicisti della nostra tradizione, in particolare di Mozart, Vivaldi e Bach».

Dalla lettura di questi scritti emerge chiaramente la figura del maestro Suzuki, un uomo mite, tranquillo, sereno nella ferma convinzione che «la musica può salvare il mondo» e che i bambini, esseri dalle straordinarie possibilità, possono essere educati, attraverso questa meravigliosa arte, alla felicità.

Suzuki S., Lo Sviluppo Precoce delle Abilità a partire da Zero Anni, Volonté, Milano

Il destino di un bambino è nelle mani dei suoi genitori. La base dell'educazione consiste nel far crescere i bambini con grande attenzione, sviluppando in loro l'abilità di diventare dei raffinati esseri umani, senza essere ostacolati dalle loro caratteristiche individuali.

La responsabilità dell'educazione risiede nella propria casa. Delle elevate abilità possono essere amorevolmente sviluppate in ogni bambino. Persino Mozart, crescendo in un altro contesto, sarebbe potuto diventare stonato. (S. Suzuki)